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PADRI TRA DIFFICOLTA' E POSSIBILITA'

Padre"Le ricerche dimostrano che le madri appaiono più sensibili ai bisogni dei figli, attente ad evitare lororichi e pericoli più partecipi alle loro emozioni; i padri mediamente più dipsosti, a fornire le frustrazioni maturative, a differire il soddisfacimento dei desideri così da temprare i figli ad un cofronto con il mondo esterno non sempre benevolo, spingendoli verso l'autonomia. "

Gli uomini di oggi si trovano a sperimentare una paternità che è completamente diversa dall'esperienza vissuta dai loro padri e dai loro nonni.

Il nuovo padre spesso assiste al parto, cambia i pannolini, è deciso a trovare tempo libero per portare fuori i figli e, contemporaneamente, cerca di non perdere i suoi spazi di gratificazione personale (carriera, vita sociale, tempo libero).

Sicuramente per i loro padri e nonni la realtà era molto meno complessa, per loro era tutto più semplice: l'etica del lavoro dominava incontrastata e la vita di coppia era spesso inconsistente.

Il ruolo paterno veniva esercitato in modo indiscusso rifacendosi al modello della generazione precedente. Il padre era colui che, anche in modo autoritario, permetteva il rispetto delle regole.

Oggi per i nuovi padri tutto è più difficile: viene chiesto loro un maggior coinvolgimento affettivo con i figli, di riuscire a sostenere la moglie e di avere una buona riuscita lavorativa. Questo sovraccarico di ruoli, accanto all'impossibilità di fare riferimento al vecchio modello educativo paterno, spesso, può provocare confusione e smarrimento. Il rischio, per questi genitori, è quello di non riuscire ad assicurare una presenza continuativa nel rapporto con i figli o essere incapaci di dire “no”, per evitare di replicare l'educazione repressiva dei vecchi padri.

Talvolta i nuovi papà di fronte a tale complessità, finiscono per esercitare la paternità in modo debole o poco chiaro, assumendo atteggiamenti passivi oppure coinvolgendosi poco o in modo discontinuo all'interno delle mura domestiche. Per l'uomo, quando la realtà familiare non è gratificante, è più facile ricercare soddisfazioni nella carriera, nella vita sociale o nel tempo libero.

Avviene così, una perdita di contatto con i figli fonte di grande sofferenza per entrambi. Questa situazione si esaspera e si amplifica nel momento in cui ci sono conflitti nella coppia coniugale.

Nel caso delle separazioni, pur avendo il nuovo padre superato la prova del “cambio del pannolino” viene ancora considerato come incompetente nella gestione continuativa dei figli sia dal contesto sociale (famiglia...) che dalle istituzioni (tribunale....). Infatti, nella maggior parte dei casi, i figli rimangono con la madre e il padre provvede al loro sostentamento. Questo non solo va ad accentuare situazioni di lontananza tra padri e figli già presenti prima della separazione, ma talvolta porta all'allontanamento di padri anche emotivamente molto coinvolti con i figli. Per molti uomini la sola idea di perdere il contatto con i figli provoca grande sofferenza (depressione, disperazione).

L'allontanamento rappresenta un modo per fronteggiare questo grande dolore; il padre abbandona il campo prima che si verifichi il doloroso distacco.

Lo sbilanciamento di potere a favore delle madri e l'esclusione dell'uomo dall'educazione dei figli può essere fonte di grande rischio per i bambini.

La presenza del padre è per il figlio esperienza di profonda crescita; é il papà che incoraggia l'esplorazione del mondo esterno rafforzando l'autonomia dei figli.

Oggi il compito della terapia è, forse, quello di ristabilire un buon dialogo tra padri e madri aiutando i padri ad utilizzare il canale della negoziazione dei conflitti e della modulazione delle emozioni.

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Bibliografia

Selvini M, Vecchi e nuovi Padri, in Ecologia della mente 2/2000.

Andolfi M., Il padre ritrovato: alla ricerca delle nuove dimensioni paterne in una prospettiva sistemico relazionale, Franco Angeli 2001.

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